La nostra Storia... #GioMomiAreBack



Un amico mi ha detto che dovrei raccontare una storia. Una storia su ciò che faccio nella vita, che parli di me e della mia compagna, dei nostri sogni, delle ambizioni, della vita quotidiana di noi donne e sportive. Una storia che racconti di un’impresa, ma che lo faccia attraverso la semplicità del quotidiano. Una storia a cui la gente abbia voglia di appassionarsi e in cui si riconosca. Che dia speranza, che emozioni. Una storia di condivisioni, riflessioni, immagini, viaggi interiori e attraverso il mondo…

Non avevo ancora compreso che cosa intendesse esattamente, o meglio, non avevo ancora trovato qualcosa in cui io mi riconoscessi e che potevo sentire realmente coerente con i miei valori.
Poi succede qualcosa di imprevisto, qualcosa che scombussola dei progetti dettagliatamente pianificati, ma che mi mette di fronte ad una significativa opportunità… come l’eclissi, che per alcuni minuti porta il buio, 
ma è un buio “magico”, che apre a nuove considerazioni.



Questa situazione, per certi versi scomoda, per altri inaspettata, crea nuove condizioni e mi conferma che nulla succede per caso. Lo sappiamo, la vita ama mescolare le carte in gioco, ama sorprenderci e non darci necessariamente ciò che richiedono le nostre aspettative. Sempre, però, ci da ciò di cui abbiamo bisogno: le cose vengono a noi (per scelte nostre o altrui) per contribuire alla nostra evoluzione.

Se osserviamo a ritroso la nostra vita, vedremo quante di queste coincidenze significative si siano verificate per condurci dove siamo ora. Ogni relazione, ogni fatto, ogni evento sono strettamente interconnessi fra di loro e sono complici di un obiettivo più grande, che nella maggior parte dei casi ci sfugge.
E così, tra l’eclissi, la luna nuova e la venuta della primavera, le stelle annunciano che un cambiamento è necessario. L’equinozio è il simbolo della rinascita, dell’unione, dell’equilibrio tra il giorno e la notte, dei cambiamenti positivi. E quale migliore rinascita se non quella che parte da noi stessi e si trasferisce poi alle scelte importanti della nostra vita?
Oggi inizio a raccontarvi la nostra storia.



C’erano una volta

Daniela e Giulia, due ragazze innamorate del Beach Volley. 
Vi avviso fin dal principio: non sono due principesse, ma due guerriere determinate, dal carattere forte e l’animo sensibile. Non attendono il principe azzurro o l'eroe oziando in una torre, ma, i draghi, li 
affrontano da sole.
Senza scegliersi l’una con l’altra perché l’allenatore lo fa per loro, iniziano a giocare insieme, con l’entusiasmo di chi è disposto a mettercela davvero tutta per imparare un nuovo sport e ha un Sogno grande, il più grande, quello di partecipare alle Olimpiadi

Per 6 anni condividono il campo, i viaggi, le trasferte, le camere d’albergo, le vittorie e le sconfitte, prima con la nazionale, poi da private, poi ancora in nazionale. Attraversano tanti continenti, cambiamenti, difficoltà, scommesse, aspettative, gioie, incomprensioni, soddisfazioni.Insieme giocano oltre 100 tornei ufficiali: vincono uno scudetto, ottengono dei 5° posti internazionali e con tenacia ed umiltà arrivano ad essere la 16° coppia del mondo. Giungono all’ultima partita che le separa dalle Olimpiadi di Londra 2012.

E la perdono.
Si fermano ad un passo da quel sogno, quello per cui avevano mandato giù non pochi bocconi amari, quello per cui si erano spese completamente, per cui avevano sacrificato (reso sacro) ogni giorno. 
Non è importante che tu riesca o non riesca a raggiungere il tuo Obiettivo, la cosa importante è che dando il meglio di te lungo quel cammino, tu sarai diventata una persona diversa, migliore, più completa, più consapevoleMentre tu lavori per raggiungere i tuoi sogni, i Sogni lavorano su di te.
E nessuno sa, meglio di loro due, quali sono state le emozioni e le conquiste di quella avventura durata 6 anni.
Il loro rapporto si era esaurito nel tempo e non senza sofferenza, da parte di entrambe. Così si separano, come spesso naturalmente accade, e ognuna di loro prosegue il proprio percorso personale. Da un giorno all’altro si ritrovano ad essere rispettose avversarie, e con nuove motivazioni guardano avanti, coerenti con la dura legge dello sport. 
Passano tre anni, nel frattempo giocano con differenti compagne, camminano in diversi percorsi che raramente si incrociano, vivono nuove esperienze, coltivano preziosi interessi. Giulia conclude il suo Master in Coaching, Daniela si laurea in Psicologia.


Le ferite, si sa, richiedono del tempo per guarire e nella loro relazione, molto è sedimentato, fiorito, altro ancora è stato estirpato, altri pezzi di terreno invece sono ancora abbandonati a sé stessi, in attesa e nel rispetto della stagione propizia per poter essere coltivati

Si giunge ad oggi, quando dopo una serie di vicissitudini e coincidenze, decidono nuovamente di tornare ad essere una squadra. Con la voglia di lavorare sodo e di dire la propria insieme, verso un nuovo biennio olimpico, che ripropone loro lo stesso incantevole sogno, ma più maturo, e consapevole.

Si dice che uno dei segreti per far funzionare una relazione, per creare benefici reciproci e moltiplicare le forze individuali, sia quello di vedere nell’altro il proprio Maestro. Perchè? Perchè un maestro si guarda con rispetto, con referenza, con interesse, positività, e, soprattutto, con la voglia di imparare e ricevere qualcosa. 

Quindi si riparte da qui, da due guerriere innamorate di questo sport, l'una la maestra dell'altra, pronte in modo nuovo ad accettarsi, per chiudere un cerchio rimasto aperto che necessita di un lieto fine.”

Daniela dice:

"C'è un filo che lega cose apparentemente lontane. Alcuni lo chiamano Coincidenza".

Coincidenza perché a volte nella vita grazie ad una serie di circostanze "casuali" capita di incontrarsi o in questo caso re-incontrarsi. Pochi giorni fa io e Giulia ci siamo trovate, per una ordinata serie di coincidenze, sedute ad un tavolo come qualche anno fa a decidere di continuare insieme l'avventura nel Beach Volley.
Non sono serviti più di venti minuti in campo insieme per trovare fluidità nel gioco in cui si è incastrato tutto naturalmente, anche se tutte e due cambiate, con molta più esperienza, con più maturità, con più consapevolezza. Siamo ritornate compagne dopo esser state avversarie, ma avendo tutte e due profondo rispetto per gli atleti che si impegnano al 100%, che investono su se stessi e che non mollano mai; anche da avversarie questi aspetti che abbiamo in comune hanno lasciato intatta la stima reciproca.

Amiamo profondamente questo sport e per anni lo abbiamo fatto privatamente imparando a diventare imprenditrici di noi stesse e ad organizzarci da sole su tutto, creando team di lavoro preparati e compatti.
Giulia si era già organizzata molto bene nei mesi scorsi e io sono entrata in un sistema già perfettamente funzionante, perciò è stato molto più semplice della prima volta; sappiamo esattamente cosa fare e cosa serve per creare un team privato che ambisce all'alto livello. Abbiamo iniziato il fantastico viaggio nel mondo del Beach Volley insieme, meritandoci sgomitando in mezzo a tante difficoltà, un posto importante nel panorama Mondiale, posto che personalmente vorrei raggiungere di nuovo, concludendo al massimo delle mie potenzialità la mia lunga carriera con la compagna con cui  l'ho iniziata.

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Qui trovate l'articolo originale di pallavoliamo.it: http://www.pallavoliamo.it/rivista/marzo-2015/?rivista=1&rpage=178

Il Maestro Yoda insegna

Luke Skywalker: Oh, no! Ora non la tireremo più fuori!
Yoda: Così sicuro sei tu. Sempre per te non può essere fatto. Tu non senti ciò che dico!
Luke Skywalker: Maestro, spostare delle pietre è una cosa: questo è del tutto diverso!

Yoda: No! Non diverso! Solo diverso in tua mente. Devi disimparare ciò che hai imparato.
Luke Skywalker: D'accordo, ci proverò.
Yoda: No! Provare no. Fare! O non fare. Non c'è provare!
[Luke cerca di tirar fuori la navicella dalla melma, ma senza successo]
Luke Skywalker: Non ci riesco, è troppo grossa!
Yoda: La grandezza non conta. Guarda me, giudichi forse me dalla grandezza?
Non dovresti farlo infatti, perché mio alleato è la Forza, ed un potente alleato essa è!
La vita essa crea ed accresce, la sua energia ci circonda e ci lega; illuminati noi siamo, non questa materia grezza! Tu devi sentire la Forza intorno a te, qui, tra te, me, l'albero, la pietra, dovunque! Sì, anche tra la terra e la nave.
Luke Skywalker: Tu vuoi l'impossibile!
[Yoda si concentra e riesce a tirare fuori la navetta con la Forza]
Luke Skywalker: Non posso crederci!
Yoda: Ecco perché hai fallito.

Vento d'Eclissi

Oggi è realmente un Giorno Speciale.

Uno di quei giorni Ricchi, in cui puoi solo fermarti un istante e respirare con tutta la forza che hai nei polmoni questa meravigliosa aria di Cambiamento.

- L'Eclissi di sole



- La giornata mondiale della Felicità 



- La super Luna nuova


- L'Equinozio che segna l'inizio della primavera.



Un sorriso di speranza si dipinge in volto... ma quanto è sorprendente la Vita?!
PS: allenarsi a beachvolley con il vento d'eclissi ed una sensibile diminuzione della temperatura rispetto a ieri mattina è stato affascinante!

Dad's Day

Oggi ho letto un numero considerevole di post commoventi e visto foto bellissime su papà meravigliosi, che sono maestri di vita, esempi, eroi, punti di riferimento...
Io con il mio ci discuto da sempre... un rapporto difficile, sofferto, ricco di contrasti e lacrime, ancora in cerca del suo equilibrio.
Potrei scriverci un libro.
Però ho un papà, é il Mio Papà, quello giusto per me... con quelle mani grandi e perfette che raramente ti concedono una carezza, ma che tengono costantemente il tuo cuore in un pugno.

E per rispetto alla vita che mi ha donato e a tutti coloro che purtroppo non ce l'hanno più accanto, lo amo.
Ti voglio bene Papà.

Sentirsi Protetti

Capita di avere il cuore triste e confuso. 
Capita di non avere risposta ad alcune delle domande che ti poni.
Capita di sentire che meriti di più, che meriti di meglio, per quello che fai e per come lo fai. 

Poi, tra la sabbia, trovi un biglietto con su scritto "Mi dispiace"... 
E dato che nulla succede per caso, comprendi che quel messaggio é destinato proprio a te.


All' improvviso ti senti Protetta tra le braccia dell' Amore e decidi di lasciarti cullare da questo magico Universo con la certezza che tutto andrà bene.

#LamoreÉpiúForte




Se il Mondo ti crolla addosso

"C'è senz'altro qualcosa di tenero e palpitante nel sentirsi mancare la terra sotto i piedi.
Le cose che vanno in pezzi sono come una specie di prova e anche una specie di guarigione
Noi pensiamo che il punto sia superare la prova o superare il problema, ma la verità è che le cose non si risolvono per davvero
Si riuniscono e poi cadono a pezzi. 
Poi si riuniscono nuovamente e nuovamente cadono a pezzi. 
Funziona così. 
La guarigione arriva quando si lascia lo spazio perchè tutto ciò accada: spazio per il dolore e il sollievo, la sofferenza e la gioia.
Alla fine, solo nella misura in cui ci esponiamo ripetutamente, ciò che è indistruttibile in noi può essere trovato.
Le cose cambiano in continuazione, se solo potessimo rendercene conto.
Nulla diventa come vorremmo, come lo sogniamo. 

Lo stato non centrato, intermedio, è una situazione ideale, una situazione in cui non veniamo catturati e possiamo aprire i nostri cuori e le nostre menti oltre il limite. 
E' uno stato delle cose molto tenero, non aggressivo, senza confini precisi.

Stare con quella instabilità, stare con un cuore spezzato, uno stomaco che brontola, con un senso di disperazione e la voglia di rivincita, questa è la via del vero risveglio.

Rimanere con quell' incertezza, imparare il trucco di rilassarsi nel mezzo del caos, imparare a non farsi prendere dal panico- questa è la via spirituale
.


Imparare il trucco di afferrare noi stessi in modo gentile e compassionevole è la via del guerriero."


Pema Chodron



Niente mai se ne va, fino a che ci ha insegnato quello che abbiamo bisogno di sapere.

Ostia Volley... Goodbye

Sai che cosa ha di bello la Vita?
Che ti restituisce Emozioni in base a quelle che dai.
Ogni nuova persona incontrata nel cammino porta con sé una parola, uno sguardo, un abbraccio, una sensazione, un messaggio, una condivisione, una vittoria, una lezione che rende quella relazione speciale e quel volto importante e splendido nella sua unicità.

Grazie per avermi accolta, rispettata, ascoltata, abbracciata... mi avete permesso di essere una persona migliore, più ricca, più viva.

‪#‎OstiaVolleyClub‬ #Goodbye ‪#‎Team‬ ‪#‎Volleyball‬ ‪#‎Oleeeeeee‬ ‪#‎Pallavoliste‬ ‪#‎Love‬ ‪#‎Happiness‬ ‪#‎KeepGoing‬

Gratificazioni...

Nessuno ha il diritto di dirti che non puoi fare qualcosa... Procedi per la Tua Strada e continua a scrivere la Tua Storia.
Grazie Laura per avermi permesso di vincere questo premio!
‪#‎TeamPower‬ ‪#‎KeepDreaming‬ ‪#‎KeepDoing‬ ‪#‎OverTheBlock‬ ‪#‎BeABeacher



RUBRICA- CrossOver- Il Colore dei soldi

Ciao ragazzi, bentornati su CrossOver!
L’ospite di oggi, oltre ad essere un amico, un mio punto di riferimento in ambito di crescita personale e colui che ha associato il suo brand alla mia immagine, è anche e soprattutto un “guru” in materia di finanza. Oggi “parliamo di soldi” e di come il loro ruolo, così trasversale in ogni disciplina sportiva, possa fare l differenza nella qualità della vita professionale di un atleta.
Vi siete mai chiesti come gli atleti possano:
- ottenere il massimo dal proprio guadagno?
- formarsi per imparare a gestirlo autonomamente?
- rendersi interessanti per richiamare dei partner commerciali?
A questa e a molte altre curiosità avrete presto risposta. Ladies and Gentleman (come ama dire “lui”)... Roberto Pesce!

Come si sono incontrati beach volley e intelligenza finanziaria?

Come in tante cose della vita che diventano interessanti e importanti: un po’ per caso! Tempo fa una certa Giulia Momoli ha partecipato come allieva ad alcuni corsi di coaching motivazionale in cui ero impegnato, non è che per caso la conosci? Prima di ciò naturalmente lo conoscevo come sport e avevo seguito in passato alcuni risultati interessanti delle ragazze italiane alle Olimpiadi ma non mi ci ero mai realmente appassionato o avvicinato, più che altro perché le cose interessanti da approfondire sarebbero tante ma occorre fare delle scelte. Conoscendoti e potendolo vedere da vicino attraverso la tua esperienza e quella delle tue compagne di nazionale ha iniziato ad affascinarmi.

Parlaci brevemente della tua attività professionale, di cosa ti occupi esattamente e come hai maturato la tua esperienza "sul campo".
Lavoro nella formazione fin dal 1989, prima nell'area dell'apprendimento intensivo, quindi in quella della formazione motivazionale, coaching e team building per finire infine in quella finanziaria. Quest'ultima ho iniziato a investigarla a metà degli anni 90 più che altro per mia ricerca personale, lavoravo e guadagnavo ma mi rendevo conto che continuare ad inseguire degli incassi per stare dietro ai costi della vita non era una strategia soddisfacente sul lungo termine ... così ho iniziato soprattutto negli USA a studiare psicologia del denaro, investimenti personali, trading online ed altri argomenti correlati ed è stata una folgorazione! Da lì a qualche anno iniziare ad insegnare agli altri quello che stava producendo risultati sulla mia vita è stato un passo naturale, prima con amici e collaboratori poi organizzando dei corsi veri e propri aperti a chiunque avesse desiderio di parteciparvi. Attualmente questa è l'area professionale in cui sono più impegnato con diverse cose molto interessanti sviluppate anche grazie al mio team: intelligenza finanziaria, gestione personale dei propri investimenti, trading manuale su azioni e ETF, trading automatizzato sul forex etc.... non ti vorrei annoiare però con troppi tecnicismi!! Considera che la mia attività professionale è integralmente descritta sul mio portale www.robertopesce.com su cui abbiamo a disposizione anche tantissimo materiale gratuito per chi desidera iniziare ad informarsi su questo mondo interessantissimo e, per tanti versi, determinante se si desidera sfuggire alla schiavitù del ciclo lavoro-guadagno-tasse-spese che, senza che ce ne si renda conto, ci porta via fette importanti di vita spesso senza via d'uscita. In due parole il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone a migliorare la qualità della propria vita attraverso una migliore gestione di quello strumento così importante che è il denaro.

Da esperto di gestione finanziaria,  quali potrebbero essere secondo te le linee guida che un atleta in carriera dovrebbe seguire per... (risparmiare, proteggere, incrementare il proprio denaro,...)?
Gli atleti in carriera sono tra le persone che avrebbero maggiore bisogno di questo tipo di formazione e impostazione finanziaria!
Abbiamo due tipi di atleti impegnati nella propria attività: coloro che ottengono successo anche economico (una ristretta minoranza) e coloro che si dedicano più che altro per passione in quanto il loro livello non fornisce grandi ritorni oppure perchè appartengono a sport cosiddetti "poveri".
Nel secondo caso è evidente la necessità di incrementare le loro entrate con forme di guadagno il più possibile "passive" ossia che non richiedano grandi dispendi di tempo, per entrambi esiste però l'obbligo di pensare anche al "dopo", cosa che non tutti fanno soprattutto tra coloro che hanno successo ma che dopo 10-15 anni di carriera ed entrate ad alto livello si trovano poi spiazzati al ritorno nel mondo "normale" che non li accoglie a braccia aperte come degli eroi pronti a ricompensarli ma, anzi, richiede tutta una serie di abilità e competenze profondamente diverse da quelle sviluppate nello sport. Ecco quindi le classiche storie degli ex atleti di livello altissimo che dopo già pochi anni si trovano a dover accettare lavori umilianti o a svendere i propri beni in quanto non capaci di gestirsi finanziariamente in assenza delle entrate importanti a cui erano abituati.
Per rispondere alla tua domanda ti direi quindi che un atleta in carriera dovrebbe:
    - iniziare a comprendere le semplici ma fondamentali linee guida di una sana gestione finanziaria personale, da applicare per tutta la propria vita indipendentemente dai livelli di guadagno. Per capirci, già solo la partecipazione al mio corso "Intelligenza Finanziaria" (che dura due sole giornate ed è semi-gratuito) gli permetterebbe di fare un gigantesco salto di qualità in quest'ambito ... a proposito, tu Giulia quando pensi di venire a partecipare? ^_^
 - Dovrebbe inoltre acquisire almeno una base di comprensione dell'arena degli investimenti per non rischiare di affidare i propri risparmi al primo consulente sprovveduto di turno che invece di fargli monetizzare e moltiplicare il risparmio glielo lascia a languire con rendimenti inferiori all'inflazione per non dire in perdita in molti casi. Considera che gestendosi saggiamente non è così complicato far rendere il proprio risparmio al 10% annuo o anche con ritorni superiori.
- Infine, dovrebbe impegnarsi per chiudere sempre i propri bilanci in "attivo" tra entrate e uscite in maniera da costruire un po’ alla volta la propria solidità finanziaria tramite quella che io chiamo la "Fabbrica della Ricchezza" che diventerà la loro risorsa più preziosa una volta terminata la carriera. Prova un po’ a fare due conti in tasca ad un ipotetico atleta di medio-alto livello che guadagna diciamo 100.000 € all'anno, si gestisce con precisione e riesce a risparmiare ed investire ogni anno per 10 anni di fila il 30% delle sue entrate ossia 30.000 € all'anno (2.500 € al mese):

·         se li facesse investire al 2% medio annuo dal tipico consulente bancario si troverebbe dopo 10 anni un capitale pari a circa 335.000 €, in parole povere il suo denaro non lo avrebbe difeso nemmeno dal potere erosivo dell'inflazione ma quantomeno avrebbe da parte un "tesoretto"
·         se invece fosse in grado di farlo rendere almeno al 6% annuo utilizzando strategie anche abbastanza banali ma senza regalare denaro alle banche con costi e commissioni frutto di prodotti finanziari scadenti, dopo 10 anni il capitale a sua disposizione sarebbe pari a oltre 419.000 €, già un pò meglio ...
·         le cose si farebbero però veramente interessanti se si fosse dedicato un pò di più a capire come farli rendere al meglio, diciamo senza esagerare al 12% medio annuo ... dopo 10 anni il capitale a sua disposizione sarebbe pari a quasi 590.000 € e, se non risparmiasse più niente da lì in avanti ma continuasse ad ottenere gli stessi rendimenti, questo capitale potrebbe dargli una rendita semi passiva pari a oltre 70.000 € annui ossia quasi quanto guadagnava attivamente durante i suoi 10 anni di profitto sportivo! E' chiaro che questo è solo un esempio ipotetico ma riesci a vedere il cambio di prospettiva di vita per il nostro atleta?

E quali sono le problematiche tipiche in cui un atleta potrebbe intercorrere durante e soprattutto alla fine della propria carriera?
In parte direi ne abbiamo già parlato, la cosa più complessa per un'atleta a fine carriera è perdere tutto il mondo di certezze economiche ma anche emotive con cui ha vissuto fin lì per ritrovarsi a dover ripartire da zero, sicuramente con entrate minori delle precedenti ma, spesso, con lo stesso regime di spese generato dalle abitudini di vita che lo caratterizzano. Onestamente non è semplice e anche chi non ha sperperato tutto durante gli anni della carriera (cosa che tristemente fanno in tanti) si ritrova poi magari con un capitale significativo a sua disposizione ma di cui poi non sa che farsene e spesso sentiamo storie di ex-campioni che naufragano miseramente nel tentativo di mettere su attività imprenditoriali di vario genere che possono spaziare dal commercio al dettaglio alla ristorazione ad attività industriali vere e proprie magari nel campo della moda in cui pensano di poter avere dei vantaggi sfruttando la propria immagine. Il primo esempio che mi viene in mente è quello recente degli ex calciatori Vieri e Brocchi ed il loro fallimento da oltre 14 milioni di euro di passivo con il loro marchio di moda casual "Baci & Abbracci". Spesso queste tristi storie hanno come protagonisti anche soci truffaldini o l'affidarsi nelle mani di sedicenti esperti del settore business malamente selezionati. D'altra parte c'è invece anche chi si organizza per tempo e inizia a monetizzare il proprio nome, la propria immagine ed il proprio risparmio già durante gli anni della carriera costruendosi un po’ alla volta una rete di competenze e relazioni che gli renderanno in futuro decisamente più semplice la transizione tra la carriera sportiva ed il resto della loro vita che, tra l'altro, sarà in proporzione molto più lunga. Anche qua, per fare alcuni esempi di nomi di atleti di primissimo livello ti citerei personaggi come Francesca Piccinini nel volley, Clarence Seedorf nel calcio o Federica Pellegrini nel nuoto che mi sembra si siano mossi o si stiano muovendo in questo senso molto bene e con i tempi giusti. Ai livelli più alti mi vengono in mente personaggi come Roger Federer o alcune star del basket americano come Lebron James e Kobe Bryant o, andando indietro nel tempo, Magic Johnson e Michael Jordan che si sono da sempre gestiti come un'azienda vera e propria e, terminando le rispettive carriere, tutto hanno avuto tranne che problemi di denaro o di inventarsi una nuova identità professionale. Ti direi che una delle costanti di tutte queste persone citate è la gradualità con cui hanno iniziato a pensare al "dopo" e ad interessarsi al business e a come investire il proprio denaro. In quest'ultimo anno ho avuto alcuni sportivi di livello ai miei corsi come Michele Maggioli (basket) e Raffa Calloni (volley) proprio alla ricerca di questo tipo di competenze e motivati a sviluppare forme di reddito passivo completamente sganciate dalla loro professione.

Senti, ma non sono argomenti complicati per un’atleta che non ha conoscenze di economia o di finanza? Mi sembra un mondo così distante …
E invece non è così, è un luogo comune quello di credere la finanza ed il denaro come discipline particolarmente complicate, luogo comune che peraltro fa molto comodo a chi preferisce che le persone lavorino tutta la vita per pochi spiccioli senza possibilità di uscire da quel circolo vizioso che Robert Kiyosaki (autore del bestseller “Padre Ricco Padre Povero”, ndR) correttamente chiama “La corsa del topo”. In realtà penso che gli schemi di angoli, posizioni e le attitudini fisiche che voi atleti del beach volley riuscite a padroneggiare siano tutte cose molto più complesse da acquisire. La mia soddisfazione professionale è proprio quella di trasformare un mondo apparentemente impenetrabile ai più in una serie di concetti invece immediatamente comprensibili e, soprattutto, concretamente applicabili. L’effetto che si genera nei partecipanti ai corsi di Intelligenza Finanziaria che si rendono conto che “ce la possono fare” è esaltante e molto motivante e, devo confessarti, per me estremamente gratificante.

Cambiando argomento, come consiglieresti di procedere ad un atleta in cerca di sponsor per la propria attività?
Di appoggiarsi ad un agente abile in tal senso oppure, se desiderano gestire questo aspetto in prima persona, di farlo pensando a cosa possono "dare" al potenziale sponsor e non come fanno sempre semplicemente a cosa possono "prendere" dallo stesso. In questo senso dovrebbero sviluppare un pò dell'istinto dei bravi venditori che non si limitano a presentare la propria offerta ("Posso mettere il tuo logo sulla maglia, sulla fascetta etc") ma la dettagliano in termini di beneficio per il loro cliente. Se io fossi un'atleta in cerca di sponsor mi preparerei uno "speech" ad hoc e magari anche del materiale visivo (foto, testimonianze di sponsor precedenti etc.) che illustri nella maniera più ampia ed estensiva possibile non solo in quante forme diverse potrei mostrare il brand dello sponsor ma anche e soprattutto l'elenco delle ricadute positive che queste attività potrebbero avere per lo sponsor stesso in termini di fidelizzazione e prestigio della loro immagine, aumento di visibilità e notorietà (meglio si riesce a quantificarla e meglio è!), ricadute sul fatturato etc. Prova a pensare di presentarti al tuo candidato sponsor con un book di foto in cui con un semplice programmino hai magari già messo la tua immagine sul campo da beach, i cartelloni alle spalle etc. assieme al brand dello sponsor, non pensi farebbe più effetto che non semplicemente raccontargli magari in maniera dimessa cosa e dove potresti mettere il suo brand? In altre parole, devi entusiasmarlo, fargli vivere l'esperienza e, se possibile, portargli testimonianze scritte di ex sponsor soddisfatti dell'operazione. .. ti sto parlando di una "vendita" a tutti gli effetti ;-)

Secondo te cosa cerca uno sponsor da una partnership commerciale con un atleta e come possiamo noi atleti renderci appetibili (in termini di visibilità risultati prospettiva serietà organizzazione...)
Ti direi che così come c'è atleta ed atleta c'è anche sponsor e sponsor.
Ad alti livelli si cerca soprattutto un ritorno di immagine ottenibile abbinando il proprio brand all'immagine di un'atleta che sia ovviamente vincente ma soprattutto una figura in grado di porsi in linea con le caratteristiche del marchio e dell'azienda sponsor. In questo senso c'è chi si vuol dare un'immagine improntata alla potenza o all'aggressività chi invece alla dolcezza o alla seduzione, dipende ...
A livelli più bassi più che il "brand" si cerca invece soprattutto visibilità pratica e concreta, il piccolo imprenditore vorrebbe almeno andare in pari con il proprio investimento come sponsor considerando in questo anche il beneficio della detrazione fiscale. Quali manifestazioni sportive vedranno quindi l'atleta protagonista e, durante le stesse, cosa può essere organizzato per far sì che lo sponsor ottenga non solo l'esposizione di un cartello a bordo campo ma magari anche la generazione di contatti commerciali veri e propri?
In entrambi i casi poi la serietà e l'immagine positiva dell'atleta come persona impegnata, moralmente di esempio agli altri, grintosa, energica, onesta etc. sono caratteristiche fondamentali. Tu Giulia sei sicuramente un buon esempio in questo senso anche con il lavoro personale di comunicazione che fai attraverso i social media.


Concludendo: cosa ha portato un uomo d'affari impegnato come te ad avvicinarsi ad uno sport come il beach volley?
L'attrazione verso Giulia Momoli ovviamente ^_^ !! Dai perdona la battuta ... penso che il beach sia uno sport dinamico, solare, molto più complesso di quanto possa sembrare di primo acchito ma anche vissuto con grande passione da chi lo pratica, la stessa passione che il mio Team ed io mettiamo nel nostro lavoro. Poi, vedere il nostro brand nelle arene del World Tour è stato sicuramente una bella soddisfazione anche grazie agli ottimi risultati che tu e Laura Giombini avete ottenuto negli ultimi tornei della stagione. Ora però che la stagione è terminata vi aspetto tra i miei allievi, ok?

Grazie mille Roberto per la tua competenza e chiarezza. 
Invito caldamente i nostri lettori a consultare il tuo sito www.robertopesce.com per avere informazioni ancora più specifiche.


La mia dichiarazione di autostima- Virginia Satir

Riprendo un post della mia splendida amica e Coach Carlotta, dedicato a noi donne, atlete, madri, amiche, bambine, amanti, sorelle, figlie, compagne, con una dichiarazione di autostima scritta da Virginia Satir, eccellente psicologa e psicoterapeuta americana, specializzata in terapia familiare.



"Questa è per te, donna in cerca... Che si distrugge e si ricrea, che piange ride urla e si dispera. Che si sente persa, arresa, sola. Che ha paura, che si piace e si disprezza, che ci crede e ci riprova, che rimane immobile, inerme, che subisce e si ribella. Che non capisce che è più bella la mattina struccata e spettinata. Che ascolta, conforta e incoraggia. Che sente la natura fuori e dentro di sé. Che trova la forza e segue la strada, che sa accogliere e custodire, madre e figlia, moglie, amica e compagna, sacrificio e nutrimento... Energia sottile e vibrante che nasce dalla terra e genera da sé stessa nuova vita....
Perché ogni donna sappia che non è mai sola e che tutto può cambiare, in ogni momento. E perché sia consapevole che dentro di sé custodisce il tesoro più grande, la sua Unicità."


LA MIA DICHIARAZIONE DI AUTOSTIMA:
"In tutto il mondo non esiste nessuno che sia come me. Tutto quello che proviene da me è autentico, perché sono soltanto io a sceglierlo.
Io possiedo tutto di me, il mio corpo, le mie sensazioni, la mia bocca, la mia voce, tutte le mie azioni, che siano per gli altri o per me stessa.
Possiedo le mie fantasie, i miei sogni, le mie speranze e le mie paure.
Possiedo tutti i miei trionfi e successi, tutti i miei fallimenti ed errori. Perché Io possiedo tutto di me e sono in grado di entrare in contatto intimo con me stessa.
Facendo questo posso amare me stessa e diventare mia amica in ogni mia parte.
So che ci sono aspetti di me che mi sconcertano ed altri aspetti che non conosco. Ma fino a quando continuo ad amarmi e ad essere amichevole con me stessa, posso cercare soluzioni agli enigmi con speranza e coraggio e strade per scoprire ancora di più su me stessa.
In qualsiasi modo io appaia e mi esprima, qualsiasi cosa io dica e faccia e qualsiasi cosa io pensi e senta, in ogni momento, sono autenticamente me stessa.
Se in seguito alcune parti di come apparivo o mi esprimevo, pensavo e sentivo, si rivelano non più appropriate, le posso scartare e tenere il resto, creando qualcosa di nuovo al posto di ciò che ho eliminato.
Io posso vedere, ascoltare, sentire, pensare, dire e fare.
Possiedo gli strumenti per sopravvivere, per essere vicina agli altri, per essere produttiva, per dare un senso ed un ordine alle cose che provengono dalle persone e dalle cose al di fuori di me.
Io mi appartengo e quindi posso costruire me stessa.
Io sono me e… IO SONO OKAY."
Virginia Satir 1975


“Voglio amare senza stringere,

valutare senza giudicare,

unirmi a te senza invadere,

invitarti senza pretendere,

lasciarti senza sensi di colpa,
… farti critiche senza incolpare,
ed aiutarti senza insultare.
Se posso avere la stessa cosa da parte tua,
allora possiamo veramente incontrarci ed
arricchirci a vicenda”.


Fratelli e Sorelle... rami di Ciliegio


Avere un Fratello, una Sorella, o tutti e due, è una benedizione.
È un legame incredibile, una protezione sincera che non teme confronti, un abbraccio affidabile dentro cui ti senti al sicuro.
È stare lontani mesi, ma avere ogni secondo lo stesso sangue che ti scorre nelle vene, la stessa porzione di cuore che vibra all'unisono.
È un pensiero d'amore che può superare ogni confine... un "Ti amo" che più puro non c'è. 
È una presenza, una compagnia, un complice, un'ombra con cui hai condiviso per anni migliaia di avventure, di momenti.
Tra gioie, risate, litigate, colpi duri... non ti sei mai sentito davvero solo perché un fratello c'é, ed è per sempre. Altro che un diamante.
Da quando arriva a casa dall'ospedale avvinghiato alla tua mamma, che ti sembra un pò più stanca del solito, ma decisamente più magra e più felice. Lo dicono i suoi occhi e tutti quei mugolii che le escono dalla bocca quando gli parla o quando lo mostra con orgoglio al via- vai di amici e parenti.
Lui sbava su tutti i tuoi giocattoli, strilla e la sua cacca è la più puzzolente del mondo... ma poi ti guarda, ti sorride, ti riconosce, ti cerca e ti vuole vicino.
Fino a che inizia ad imparare il tuo nome... E lì ti cattura per sempre.
Da un esserino minaccioso diventa il cucciolo più dolce, profumato e buffo del pianeta.
Ti segue ovunque, vuole provare tutto quello che fai e che gli sembra molto fico. Scende a patti con te pur di stare in tua compagnia e desidera sapere un sacco di cose.
Poi cresce, cade, impara, sbaglia, piange, canta, ride, cresce, cresce, cresce.
Ogni sua conquista è un orgoglio grande, ogni sua delusione è una lieve ferita anche nel tuo cuore.
Ti chiede consiglio, appoggio, sostegno e tu vivi quel ruolo ogni volta con grande responsabilità e cura.
Un giorno non lo trovi... ha preso il volo. Allora lo osservi nella vita, brillare meravigliosamente, circondato di amore e di persone fantastiche.
Noti in quante cose vi distinguete e in quante altre siete permanentemente identici
e ti rendi conto che più passa il tempo, più il vostro legame è bello, perché consapevole.
E dentro di te sai che ora, da buona sorella maggiore che non smetterà di proteggerli, anche tu ti puoi affidare a loro. 
Completamente.

Amate i vostri fratelli, amate le vostre radici.
Rendendole forti e salde crescerete in tutta la vostra splendida bellezza.

RUBRICA- Pallavoliamo- Le Persone Giuste

Ciao ragazzi, vi ricordate che nell’ultimo appuntamento vi ho raccontato di essere tornata anche in palestra? Ebbene, siamo reduci da una bellissima vittoria per 3 a 1 contro San Giustino… proprio una bella partita, una vittoria di squadra finita giusto un paio di ore fa, con un entusiasmo e un tifo in tribuna da brividi. Questa pallavolo non mi stanca mai!

Devo dire che tutto procede bene, io e Laura ci stiamo allenando a beach volley durante la settimana e nei weekend giochiamo a pallavolo; domenica prossima scenderemo in campo per la seconda tappa del campionato italiano indoor a Roma… non vedo l’ora!

Grosse novità non ce ne sono, se non che recentemente è uscita la lista definitiva dei primi giochi europei di Baku, una sorta di Olimpiade europea che ospiterà tante discipline, e io e Laura abbiamo ottenuto il secondo posto valido per l’Italia. Ora c’è da sperare in una scelta meritocratica da parte della federazione che premi il nostro impegno e i nostri investimenti fatti alla fine della scorsa stagione per raggiungere questo traguardo. Sia per poterci godere una manifestazione tanto prestigiosa, sia per poter dire la nostra con un buon risultato.

Ciò su cui ci stiamo focalizzando adesso, oltre naturalmente alla preparazione sul campo e in sala pesi, è la ricerca di Sponsor per affrontare la stagione. Giocare a beach volley è essere imprenditori di sé stessi, e non si può pensare di organizzare una stagione tanto ricca di impegni (solo quest’anno sono una ventina), senza avere una solida struttura alle spalle e una tranquillità economica che ci permetta di pianificare la partecipazione ai tornei del 2015. Quindi, ricercare dei Partner che abbiano interesse ad affiancare il loro marchio al nostro percorso, è parte primaria del nostro progetto. Tra organizzazione del lavoro sul campo, e organizzazione del lavoro fuori dal campo c’è davvero un bel da fare! Riflettevo anche su un’altra componente che credo sia fondamentale per la riuscita di un progetto vincente… ed è quella di circondarsi delle “persone giuste”. 
Avere intorno persone positive, che condividono i tuoi stessi obiettivi, in trasparenza e fiducia, ti consente di essere più produttivo e di poterti concentrare unicamente a dare il meglio di te.
Cosi come le sfide e le difficoltà possono essere utili a rinforzarci (oltre al fatto che come si decide di affrontarle svela il nostro carattere) così credo anche che sia necessario circondarsi di un Team che abbia fiducia in noi per poter fare il massimo. E con Team mi riferisco sia alla squadra con cui lavoriamo, sia al gruppo che scegliamo di avere accanto, come gli amici, i pari, la famiglia, i nostri punti di riferimento, i nostri guru.

Non si può pensare di riuscire ad attingere a tutte le nostre potenzialità solo se costretti dalle circostanze, o se con l’acqua alla gola o con le spalle al muro… molto spesso possiamo raggiungere il massimo del nostro valore perché intorno ci creiamo le giuste condizioni. Pensate ad un' azienda motivata da un grande obiettivo che lavorando sodo e in armonia, ottiene importanti traguardi, pensate ad un atleta che ha un allenatore che crede ciecamente in lui e che lo spronerà in ogni momento a dare il meglio di sé perché ce la può fare, pensate ad un bambino che ha dei genitori che con le loro parole e i loro gesti rinforzano costantemente la sua autostima, la fiducia che ha in sé stesso e lo aiutano a gestire i momenti di difficoltà, e non ultimo, anzi, pensate ad un insegnante che investe la sua energia per tirare fuori il meglio da ogni suo singolo studente. Smettiamo di pensare che solo in situazioni di crisi possiamo emergere in tutto il nostro splendore. La vita non è una guerra.. non c’è sempre una battaglia da affrontare. La vità è più facile, se giuste sono le persone che ti circondano e sereno e gioioso è l’ambiente che ti crei.
L’ambiente che frequentiamo influenza il nostro modo di vivere e di pensare; il tipo di persone con le quali passiamo più tempo influenza i nostri schemi, le abitudini, gli atteggiamenti, le credenze. Le nostre convinzioni riguardo noi stessi sono determinanti nella riuscita di un qualsiasi obiettivo… infatti si parla spessissimo dell’importanza di avere fiducia in sé stessi, di parlarsi nel migliore dei modi, di non essere troppo rigidi e giudicarci con un po di severità in meno. 
Ma vi siete mai chiesti quanto contano i messaggi che ci lanciano continuamente le persone che abbiamo vicino e quanto contribuiscono alla nostra evoluzione o involuzione?

Riflettendo su questa cosa mi sono resa conto di due aspetti, uno che riguarda come desidero vivere io, uno che riguarda come voglio contribuire ad appoggiare chi mi sta accanto. Per quanto riguarda il primo aspetto ho deciso di scegliermi con cura le persone che voglio vicino, perchè desidero che le mie relazioni siano degli acceleratori di risultati, di crescita, non dei freni.. e questo porta anche a dover tagliare dei rami secchi (perdonate la forte metafora, ma a volte è una necessità).
La seconda riflessione riguarda la grande responsabilità che ognuno di noi ha verso gli altri, da educatore, genitore, insegnante, allenatore, coach: tutti abbiamo il potere di contribuire alla crescita delle altre persone con la nostra presenza, il nostro modo di parlare, di incoraggiare, di fare domande, di dare feedback. Quando ci approcciamo ad altri individui verso cui abbiamo un ruolo di sviluppo, di crescita e di esempio dobbiamo abbandonare ogni pregiudizio ed essere in grado di vedere il cambiamento positivo della persona prima che questo si verifichi. Dobbiamo avere fiducia, ci dobbiamo credere.
E’ stato sperimentato infatti (per gli interessati si veda lo studio “effetto pigmalione" o "effetto Rosenthal”) che l’essere umano tende ad assecondare le aspettative che gli altri hanno di lui, sia nel bene, che nel male. 
Se vicino abbiamo persone che credono, anche inconsciamente, che noi un determinato obiettivo non saremo in grado di raggiungerlo, che non siamo all'altezza di determinati traguardi, che lì in alto non ci possiamo arrivare, o che non siamo sufficientemente intelligenti, interiorizzeremo questo giudizio finendo per adeguarci a quello che pensano di noi, e la nostra identità si modellerà esattamente a ciò che dobbiamo essere per non deludere le loro aspettative. Portando questo concetto nello Sport, se l'allenatore crede che un suo atleta sia meno talentuoso e dotato lo tratterà, anche inconsapevolmente, in modo diverso dagli altri; il ragazzo avverte e metabolizza questo giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui il ragazzo tenderà a divenire nel tempo proprio come il suo allenatore lo aveva immaginato. Spesso la mancanza di fiducia nelle possibilità di apprendimento dell'atleta blocca l’apprendimento stesso e spinge il ragazzo ad accontentare il suo allenatore diventando  proprio ciò che lui si aspetta, avverando la profezia.
Ma grazie al cielo questo funziona anche in positivo: quando abbiamo un allenatore che sente e ci ripete che stiamo crescendo, un coach che vede il cambiamento positivo in noi già all’inizio di un percorso, un genitore che ci dice che siamo bambini intelligenti e che possiamo realizzare ogni cosa che desideriamo, o un insegnante che con pazienza ci spiega, anche due volte, una cosa perché lui è convinto che io abbia la capacità di comprenderla, allora, noi, ci adatteremo a queste aspettative, e faremo tutto il possibile per far si che vengano rispettate. Immaginate quando etichettiamo una persona come “simpatica". Sapendo di essere definita anche cosi tra le sue mille sfaccettature, si impegnerà per non deluderle cercando di dimostrarsi ogni volta divertente e brillante.

Questo non significa che certe convinzioni depotenzianti che negli anni ci hanno condizionato non si possano cambiare, o che non si possa arrivare dove sognamo se non con un ambiente perfetto vicino, anzi, ma la mia riflessione voleva concentrarsi sul fatto che da adulti non sempre scegliamo la cosa migliore per noi.
E, altro aspetto, il nostro ruolo di educatori verso gli altri conta, perché quando noi esprimiamo una grande fiducia nell’altro e nelle sue capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato, contribuiamo a fare in modo che lo raggiunga veramente.

Vi auguro una buona e consapevole settimana!

Un abbraccio,
Momi

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