Mamma.


A casa per Pasqua, trovo questo mio "lavoretto" fatto all'asilo (età biologica dell'opera d'arte, 32!).
Il quadrato di polistirolo è completamente rotto a metà tra il cielo e l'erba, i colori sono sbiaditi, e la pecorella ha perso tutto il cotone dalla pancia e dalle zampe.





"Mamma, con tutte le cose belle che hai perché lo tiri fuori ogni anno?"
"Perché è bello, - dice piegando la testa di lato ...e sorridendo con labbra e occhi - e sono bei ricordi di quando eri piccolina.
Di là ho altri pezzi dei tuoi fratelli."- conclude con un velo di nostalgia mista ad orgoglio.

La verità è che a casa mia non c'è mai stata una vera cura nell'archiviare ricordi, rispetto altre famiglie che ho conosciuto in cui ogni cosa aveva il suo meticoloso e ordinato posto.



Da noi no, e ogni tanto è un po' un casino.

Tanto che io per anni ho portato via quasi tutto e Gloria tiene le sue cose in angoli in cui può custodirle e prendersene cura.
Riccardo è un capitolo a parte e ha un concetto d'ordine strettamente personale.

Ma a seconda della stagione o del momento speciale, Mamma tira fuori "danonsicapiscedove" un gioiello: una foto, un articolo di giornale, un quaderno di scuola, un gioco, una pagella, uno spartito, una lettera, un "lavoretto".

Lo mette lì, esposto. Con significato e amore.
Ne ha per tutti.

E ciò che ho sempre considerato disordine, si trasforma in autentica Tenerezza.

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