Si impara vivendo

Mia figlia mi insegna che non si impara a camminare su un libro.
Si impara a camminare, camminando.
E allora fallo quel passo, perché anche se non è perfetto, anche se non è nella direzione giusta, anche se non è come “dovrebbe essere fatto”, anche se metti male il piede e perdi l’equilibrio, puoi farne uno subito dopo.
Fallo quel passo, anche se ti tremano le gambe.
Perché più volte tenterai, più forte diverrai.
Si impara facendo.
Si impara vivendo.


Un bimbo è adesso.

Qualche giorno fa sistemavo i vestitini di Petra Luna con cura, quelli che non le vanno più bene.
Vanno archiviati per il prossimo bimbo o per chi ne avrà bisogno.
Li ho piegati e messi in una borsa, come già mi è capitato di fare più volte in questi mesi.
Li osservavo commossa... è già cresciuta così tanto da allora???!!!! 
È passato pochissimo tempo eppure la sua evoluzione non ha sosta.

Riflettevo sul fatto che lei quegli abitini non li indosserà più.
Non è come quando noi adulti facciamo il cambio di stagione: metti via i vestiti e la stagione successiva li ritrovi lì ad aspettarti.

Con i bimbi no.
Lei non ritroverà quel bodino, quella maglietta, quel vestitino.
Lei indossa ciò che le serve fino a che le serve, e poi lascia andare.
Facendo spazio per il nuovo.

Un bimbo vive nel presente, si nutre di presente, si veste del presente.

Un bimbo è adesso.

Un adesso che non torna più.

Schemi lontani

Non mi permettevo nemmeno di sognarlo, un Amore così.

Sto sperimentando una tale felicità che a volte mi chiedo se me la merito.

Forse facciamo meno fatica ad abituarci al dolore che alla felicità.

Ieri sera al ristorante, ad esempio, dopo un toccante feedback ricevuto da Nicoletta e Franco ho provato la sensazione di “Non sarà troppo?!”.
Era bello, troppo bello.
Tutto quell’amore nei loro occhi, tra le loro parole... quell’essere vista nella mia essenza, apprezzata.

Volevo quasi sfuggire.

Credo sia uno schema che viene da lontano.
Da bambina desideravo ardentemente che nella mia famiglia ci fosse serenità.
La domenica in chiesa, durante la comunione, recitavo sempre questa preghiera: “Caro Gesù, grazie che ci fai stare tutti bene, proteggici ancora, fa che papà lavori e donaci la serenità. Grazie, amen”.

Credevo che sarebbe calata dal cielo se mi comportavo bene, se chiedevo con il cuore pulito, se mi rendevo utile in casa, se giocavo bene a pallavolo, se badavo ai miei fratelli.

Negli speciali momenti in cui la serenità regnava tra le mura domestiche, la felicità si toccava con mano.

Ci guardavo ridere di gusto pur sapendo che sarebbe durata poco... che, incapaci di trattenerla sarebbe fuggita dalla finestra socchiusa a causa di una parola fuori posto, uno sguardo di disaccordo, un gesto di fretta, un ritorno alle abitudini conosciute perché “così è più facile” o perché “sono fatto così”, o perché “non so fare altrimenti”.

Si scappava da quella serenità, probabilmente pensando: “Se resto qui troppo a lungo poi accade qualcosa di brutto e ci rimango male”.

Un imprinting che ha segnato le mie emozioni, perché quando sono smodatamente felice provo al contempo la paura che possa finire.

La donna che sono oggi ha deciso che é tempo di abbandonare quegli schemi per sposare nuove e più funzionali abitudini.
Desidero che mia figlia possa crescere con l’esempio accanto di chi merita e sa godere della Serenità.

Non sono ancora libera di esserlo.
Non sono ancora libera di non avere paura.
Ma ci sto lavorando.
Ci lavoro sodo.

E percepisco che, piano piano, la breccia fatta dall’Amore sul mio scudo da guerriera sta lasciando uscire il suo nettare.

Sento che è cosi.




I pezzi del puzzle

Ho girato la vita in lungo e in largo, principalmente grazie allo sport.
Ho fatto innumerevoli esperienze che sento di avere goduto e apprezzato fino all’osso.

Mi ci sono sporcata, con la vita, ho corso all’impazzata, mi sono sbucciata le ginocchia, fatta il bagno, cambiata d’abito.
Ci ho fatto le passeggiate, mano nella mano. 
Sono stata coccolata, nutrita.. e ho imparato presto a fare ed essere da sola.

In questi giorni di montagna, così come nella precedente vacanza al mare, mi sono riscoperta bambina, eccitata ed entusiasta per cose mai fatte, luoghi mai visti, abitudini e routine mai avute.
Una felicità che quasi destabilizza, come se fosse troppa da poter essere contenuta.

Intorno a me spio e ammiro chi con la certezza e la sapienza di posti conosciuti, salde routine e vacanze già sperimentate, si muove con saggezza, padronanza e armonia.

E allora penso che mi sono mancati dei piccoli pezzetti di infanzia, di giovinezza.
Pezzi di “normalità”, di gioia, di avventure, di ricordi.
Ma non mi sento male per questo, anzi, perché ad oggi ne apprezzo ancora di più il valore.

Assaggio, assaporo, scopro, mi metto in ascolto, scelgo, mi lascio incantare dalla meraviglia, dalla vastità e intelligenza della Natura, dal perfetto cibo che sa offrirci, dai panorami che mi inumidiscono gli occhi, dai colori che segnano, dal grande cuore delle persone amate con cui condivido il cammino.

E questi pezzi del puzzle, che erano lì ad aspettarmi, appena si sentono riconosciuti prendono magicamente la loro posizione.

Quasi a dire:” È il mio momento!”

Non si sentono in ritardo, non sono sgualciti, rovinati, rancorosi, o peggio negli anni hanno perso la loro vivacità.

No.

Sono splendenti, felici che io abbia trovato il tempo e il modo di scoprirli.

Prendo con cura un pezzo alla volta tra le mani.
Gli sorrido, lo benedico, e lo posiziono lì, nel suo incastro perfetto.
Ad impreziosire il mio meraviglioso disegno in questa esistenza.

“Non è mai troppo tardi per avere una infanzia felice”.
R.Bandler



Preghiera all'Angelo del bosco

Angelo del bosco, benedici queste mani in relazione, proteggi il nostro Amore, abbi cura di questa Famiglia.

Rendici solidi, compatti, rispettosi l’uno con l’altro.

Aiutaci a onorare con rettitudine la missione e i ruoli che siamo venuti a compiere in questa vita e lascia aperte le porte della comprensione affinché qualsiasi cosa accada possiamo sempre tornare a casa, l’uno tra le braccia dell’altro.

Perdona le imperfezioni e la fallibilità, veicola l’abbondanza, donaci coraggio per affrontare le sfide.

Angelo del Bosco, grazie per averci accolti nella tua magica dimora verde che unisce grandi e piccini.


Perfezione vs Eccellenza

Perfezione ed Eccellenza non sono sinonimi.

Tendere alla perfezione è rischioso e praticare il perfezionismo è frustrante. Perché?
Perchè la perfezionista diventa un’aspra giudice di sè stessa.
La perfezionista non perdona le sue mancanze.
La perfezionista dopo ogni errore si carica sulle spalle un nuovo macigno.
E continua ad allenarsi e giocare così, appesantita da una colpa, da un “Avrei dovuto....”, o da un “Devo fare così!”, o “Non sono abbastanza”, o “Non sono all’altezza”.
Anche se sei alta eccome.

Guardati bene.
GUARDATI BENE.
E smettila di criticarti.
Impegnati, dai il massimo, punta in alto, credici, e per favore smettila di criticarti.
Quella vocina che crede sia utile giudicare nel bene e nel male ogni tuo singolo gesto sta impedendo ai tuoi talenti di emergere.

Quella vocina lì, ti sta boicottando e ti allontana di un passo dai tuoi sogni.

Respira.
Non DEVI essere Perfetta, ma PUOI essere Eccellente.

E se VUOI essere Eccellente invece di DOVER essere Perfetta aiuti il tuo gioco a sviluppare, al posto di una rigidità che conduce all’errore, un’armonia che ti servirà nei momenti importanti. Eccellenza significa puntare ad essere il meglio, puntare a fare il meglio.

Focalizzati sulla ricerca e lo sviluppo dell’Eccellenza.
Focalizzati sui progressi, non sulla Perfezione.

Sogni e paracaduti

I disegni dei bambini parlano.
I disegni dei bambini manifestano il loro mondo interiore, i sogni, i desideri, le passioni.
I disegni dei bambini sono molto potenti e possono tracciare la storia.
La loro storia.

Felix aveva 5 anni quando ha consegnato alla mamma questo disegno che lo rappresenta a bordo di un paracadute, accanto ad un grande sole, in attesa della sua merenda.

Quel bimbo, oltre 30 anni dopo, è stato il primo uomo ad aver superato la barriera del suono lanciandosi da un'altezza di 39000 metri a bordo in un pallone.

Felix Baumgartner ha preparato questa impresa in 7 anni.

O forse molto di più, tutta la Vita.

Cosa disegnavi da bambino? 
Io disegnavo palloni ovunque 😊🏐

«È interessante vedere dove possono portarti i tuoi desideri se rimani focalizzato e non molli mai, anche quando ti sembra dura».
F. B.



Azioni quotidiane

Quando in coaching mi accorgo che il mio atleta o allenatore, sta lavorando ad un obiettivo ad una distanza troppo... distante cerco di riportarlo al prossimo allenamento affinché la sua motivazione venga alimentata con costanza.

Avere l’obiettivo a lungo termine chiaro in mente è FONDAMENTALE perché ci dà la direzione. Esattamente come fa la stella polare.

È altresí indicato avere ben chiari gli obiettivi a medio termine - i check point che verificano che siamo sulla giusta strada- e le azioni su cui lavorare ogni giorno per poter costruire quel risultato.

Per lavorare sul quotidiano ecco una domanda che ti invito ad appuntarti e sulla quale puoi ragionare in totale autonomia. 

Che tipo di atleta voglio essere oggi, per costruire la mia prossima vittoria?

Nello specifico: cosa devo fare tecnicamente e fisicamente ; come mi devo comportare; che atteggiamento mi serve avere; come è utile pensare per potermi avvicinare al mio Sogno?

Le risposte dettagliate a questa domanda ti aiuteranno a focalizzarti su ciò che puoi fare oggi per aggiungere un tassello a ciò che stai costruendo con tanto impegno.

Buon allenamento!


Fine torneo

Hai presente quel momento in cui il torneo finisce? 
Il sole tramonta, la spiaggia si svuota, il mare piatto ha un'inconfondibile riflesso rosa. 
E nel tuo campo, fino a poche ore fa stretto da una splendida cornice di pubblico in cui ci si dava battaglia per essere i migliori... adesso regna la pace. 
Tu sei lì che respiri questo lungo attimo, tra i flash di quello che hai fatto di davvero buono e i flash di ciò che avresti potuto fare meglio.

E ti senti bene.

Perché ancora una volta ti sei messa alla prova, ancora una volta hai sfidato ottimi avversari.
Ancora una volta hai alzato la tua asticella chiedendo di più a te stesso e hai avuto a fianco una compagna che ha lottato con te e per te, dentro e fuori dal campo.

Ricorda di onorare il momento di fine torneo, perché a prescindere dal risultato che hai conseguito, c’è qualcosa che puoi imparare da ogni performance.

E anche questa ultima partita diverrà un pezzetto del prezioso e variegato collage che costituisce la tua identità di Giocatore.



Io posso

“Il signor Reeves, nonostante le sue rigide vedute sulla buona condotta, era un tipo piuttosto bizzarro, con un modo di dire e di fare che si incideva nella memoria. 

Un giorno, in classe, urlò: 
“Silenzio!"
E quando esigeva il silenzio, credetemi, si faceva silenzio.
Sento ancora i suoi passi mentre si dirigeva verso la lavagna e lo stridio del gesso mentre scriveva in caratteri ben marcati la frase NON POSSO.

Pulendosi le mani dalla polvere di gesso, si voltava e chiedeva:
“Cosa si fa adesso?"
Sapevamo tutti cosa volesse, perciò l'intera classe cantilenava:
“Si toglie il NON."
E con gesto ampio il maestro cancellava la particella negativa, lasciando che la parola POSSO campeggiasse da sola, chiara e distinta.

La rivedo nitida ancora oggi, come tanto tempo fa.
Dopo questa indimenticabile dimostrazione pratica, il signor Reeves diceva con la sua voce potente:
“Vi sia di lezione, e non dimenticatelo mai. Ognuno di voi può, se è convinto che può. "

Volgeva lo sguardo da un lato all'altro dell'aula, soffermandosi su ognuno di noi, e aggiungeva:
“Pensate sempre: io posso."”

Norman V. Peale




Fai con ciò che hai

Se c'è un atteggiamento che ho imparato, coltivato e tatuato sulla pelle durante la mia carriera sportiva è quello di fare tutto ciò che posso fare con quello che ho a disposizione.
Senza pensare a ciò che non c’è, non c’è più, sarebbe dovuto essere o non va bene, o non è giusto.

Tanto se qualcosa manca, manca.
E se non è sotto il mio controllo inutile recriminare, lamentarsi, perdere tempo ed energia a chiedersi "perché?"... "e se?"

Quando si vince si festeggia, ma è solo grazie al lavoro sporco e alla giusta mentalità che c'è dietro, e ad un atteggiamento di costanza e disciplina volto alla ricerca di soluzioni che è possibile accedere per pochi istanti alla gioia e alla soddisfazione della vittoria.

L’attenzione va dentro di te.
A quello che puoi fare ed essere.
Va alle cose utili, quelle che puoi usare in questo momento per fare bene.

E poi via a lavorare a testa bassa (ma sguardo fiero) verso nuovi obiettivi.
Senza scuse.



Ciondolo e magia

Ho comprato questo ciondolo tempo fa, prima di innamorarmi di Gian.
Più mi soffermo a contemplarlo più comprendo che il nostro incontro era già scritto.
Chissà da quanto ci osservavi Anima Benedetta.. forse sei stata tu ad organizzare per noi quel primo magnifico cielo stellato al sapore di Luna.
Ci hai guidati nel tempo, nel luogo, nelle promesse e nelle azioni.
Tra zone d’ombra da affrontare, spiragli di luce e amore appassionato hai creduto in noi come persone, come coppia e come genitori.
Quindi hai lasciato che i nostri corpi compissero il miracolo, sei scesa dentro me, hai scelto la tua vita, hai scelto il tuo sesso, infine il tuo nome.
Sembra Magia... e in effetti lo è.


Il pre-gara

C’è quello specifico momento in cui attendi di entrare in campo per trasformare tutti i tuoi allenamenti nella migliore delle prestazioni.

-Che cosa fai in quelle occasioni?
-A che cosa pensi?
-Cosa ti dici?
-Che film fai partire nella tua mente?
-Che emozioni provi?

Spesso un atleta non è consapevole che proprio nei minuti che precedono la gara, mette a rischio tutta la sua preparazione.
Si distrae perdendo il focus, cade nella tensione eccessiva, inizia a parlarsi malamente, perde fiducia, e via dicendo.

Cosa fare? 🧐

Quando hai esaminato la qualità dei tuoi pensieri, delle tue parole, dei film mentali e delle emozioni (rispondendo ai quesiti iniziali👆🏻) fatti questa domanda:

Ció che vedo/ascolto/provo prima di entrare in gara è UTILE o NON UTILE a dare il meglio di me?

Se la risposta è SÌ: super!
Se la risposta è NO: intervieni immediatamente cambiando le immagini del tuo film e il tuo dialogo interno.

Devi sapere che non ci sono emozioni o pensieri buoni o cattivi.
Ma ci sono emozioni o pensieri utili o non utili in un dato contesto.
E la cosa fantastica è che li puoi cambiare in base alla tua necessità.

Anticipare mentalmente il tuo successo, ad esempio, vedere mentre vai bene, sentire che il tuo corpo fa quello che hai allenato con impegno, ascoltare la tua voce mentre ti parla in maniera chiara e propositiva è utile, furbo e ti mette nelle condizioni di approcciare bene la partita.

Occhio perché l’anticipazione mentale non ti dà la sicurezza di raggiungere quel risultato, MA è un modo altamente efficace per attingere il più possibile alle tue risorse mentali e fisiche.

Buon lavoro!


Ti osservano

Sai perché devi essere il meglio di te come persona e come atleta?
Perché lì fuori c’è qualcuno che ti osserva.
Che da te prende esempio.
Che ti ammira, che magari ti imita, che da grande ti vuole somigliare.
Non sai quando, non sai per quanto. Ma c’è.

E probabilmente la palla è ancora grande tra le sue manine.


Non sai...

Non sai se è giusto, non sai se basta.
Non sai se capirà o se già capisce ed è proprio lei ad indicarti la via del Coraggio.
Non sai se è troppo o è troppo poco.
Non sai se nasconderti mentre piangi o se piangere di fronte al suo sguardo attento, chiedendole comprensione.
Ma sai che lo fai per Amore e con Amore.
Continuamente.

Mamme

Sono all’uscita della Chicco con Petra Luna e insieme a noi sta uscendo anche una famiglia.
Sono “nuovi”.
Si vede da come maneggiano l’ovetto.
Papà, mamma e cucciolo.
Lui indossa pochi giorni di vita.
“Che meraviglia, quanto ha?”
Vedo che la mamma si irrigidisce.
Tesa in volto.
In guardia.
“Due settimane..”, mi risponde.
“È la prima uscita”, aggiunge il papà con fare amichevole.
Mi tengo a debita e rispettosa distanza, contemplando quell’ennesimo miracolo del cielo e pensando a quanta gioia e subbuglio portano pochi centimetri di essere umano.
Il papà attacca bottone, mi chiede di Petra Luna.
Gli rispondo, ma la mia attenzione rimane sulla mamma e il suo neo-nato.
La prima uscita, il primo contatto con il mondo.
Quel momento delicatissimo, ancora nitido nella mia mente, in cui la mamma espone suo figlio per le prime volte.
Sorrido al piccolo.
Sorrido a lei.
Molla impercettibilmente le spalle, ma rimane in guardia.
Le Madri, che animali incredibili.
Che fascino!
Che forza!
Penso ad una leonessa che, attenta ad ogni spostamento, è pronta ad uccidere pur di difendere il suo cucciolo.
Vedo nel volto di questa madre la capacità di fare qualsiasi cosa pur di proteggere.
Vedo il materno desiderio di conservare intatta l’intimità di quella relazione a due.
Questa creatura che ora è alla luce, vulnerabile, fuori controllo, lei la vorrebbe ancora dentro alla sua pancia, al sicuro.
Sei mamma.
Quanto Amore da incanalare!
Quanti “devo” da sciogliere in “posso”.
Selvaggia, provata, tenera, fragile, potente, appesantita, insicura, struccata, amorevole, pronta ad attaccare se necessario.
La guardo e le dico:
“Complimenti, Brava.”
Lei apre un bel sorriso.
Vorrei abbracciarla e dirle che è tutto ok.
E che, anche lei, ce la farà.
Ce la sta già facendo.


5 mesi si te

5 mesi fa eravamo in ospedale, tutti e 3, a travaglio iniziato.
Papà, io, e te.
Uniti più che mai.
Incerti, curiosi, disponibili, stanchi, emozionati, coraggiosi, confusi, guidati.
Stavamo per entrare faticosamente in sala parto, ognuno già in cammino con il proprio ruolo, momento, spazio e rispetto.
Ognuno ad interpretare egregiamente la propria parte per riunirci nel primo indimenticabile, divino sguardo.
5 mesi tra qualche ora.
5 mesi che siamo Famiglia.
5 mesi che sono mamma.
Adesso dormi totalmente abbandonata tra le mie braccia tenendoti aggrappata con la manina alla scollatura del pigiama.
“Resto qui. Sono qui per te. Sono qui con te.”
Avevo scritto un poema.
L’ho cancellato.
Ti amo.
Vi amo. 

Anima

Volevo scoprire dove abitasse l’Anima.
Credevo non fosse ospitata dal corpo.
E invece tu mi hai mostrato che, tra i suoi tanti passaggi, dimora anche qui.
La mia è proprio appena sotto il cuore, ma più centrale, dietro lo stomaco, oltre il diaframma. 
Profonda.
Dentro.
C’è quel punto lì che quando ti bacio si espande e saltella.
C’è quel punto lì che quando ti aggrappi a me con quelle manine paffute gioisce.
C’è quel punto lì che quando mi guardi e ridi, ride.
C’è quel punto lì che quando mi fissi rapita, si emoziona.
C’è quel punto lì che quando ti sbircio dormire, contiene tutta la tenerezza del mondo.
C’è quel punto lì che quando sei concentrata e ti batte il mento, si scioglie d’orgoglio.
C’è quel punto lì che, per come riesci a farlo (com)muovere, per forza di cose è la mia Anima.
Ti amo Petra Luna 

Treni che ripassano

I treni ripassano.
Allenati.
Fatti trovare pronto.
Vai verso di loro.
Onora il tuo Sogno quotidianamente.

Vesti i panni del leone

1. Allenati senza risparmiarti. Allenati duramente, più che puoi.
2. Allenati stando focalizzato solo su quello che stai facendo in questo momento: un movimento per volta.
3. Allenati a stare nella tua bolla di concentrazione.
Lascia il mondo fuori.
Quel mondo fatto di giudizi, aspettative e confronti. 
4. Allenati a mantenere alto il livello del tuo allenamento il più a lungo possibile.
4.
I risultati in campo saranno la conseguenza della tua costanza di rendimento.
E, prima di entrare in campo, ricordati di vestire i panni del leone.🔥
Non del pulcino bagnato.

L'anello

Non ho mai desiderato ricevere un anello.
Dicevo: “Preferisco un paio di scarpe da ginnastica”.
Ed era vero.
Era vero, fino a ieri.
Quando tu mi hai regalato questo.
No, niente proposte di matrimonio o promesse esuberanti.
Nessun impegno più grande di quanti ne abbiamo già presi insieme in questi (quasi!) due anni.
Un gesto d’Amore.
“È la prima volta che ricevo un anello da un uomo”
“È la prima volta che regalo un anello ad una donna”.
Un puro, sentito, importante gesto d'Amore.
“Che significato ha questo dono?”
“Questo anello rappresenta l’unione tra me e te.
Unione che esiste da prima, ora e domani.
Eterna come il cerchio.
Nel cerchio c’è il cuore che è il simbolo che ci caratterizza.
Anche questo cuore, come l’anello, non ha un inizio e una fine.
E dentro, brilla.”
Sì, il mio cuore brilla per te.
Emozionato.
Più del primo giorno.


A chi si piega ma non si spezza

A chi si piega, ma non si spezza
A chi mette passione nelle cose che fa
A chi ha paura, ma cerca il coraggio nel proprio cuore
A chi piange e poi si rimbocca le maniche
A chi ride così forte da contagiare 
A chi abbraccia e comprende senza chiedere
A chi ci crede e non si permette di mollare
A chi cerca la gioia nella semplicità e continua a sognare in grande
A chi sostiene senza giudicare
A chi non si ritiene il più forte, ma ogni giorno lavora per raggiungere il suo massimo
A chi sbaglia e ricomincia di nuovo
A chi non si lamenta, e crea le sue occasioni
A chi pensa che insieme sia più entusiasmante che da soli
A chi viaggia dentro sé stesso per capire meglio il mondo fuori
A chi ha il coraggio di restare, anche quando ti viene suggerito di scappare
A chi alza l'asticella
A chi ha amici preziosi con cui condividere le meraviglie e con cui crescere nella crisi
A chi onora in presente sapendo che il passato è (un) successo e si aspetta magia per un futuro radioso...
A voi, auguro il meglio.

Festa della mamma

Non pensavo mi avrebbe fatto questo effetto.
Da ieri sono molto emozionata per la mia prima festa della mamma.
Guardo la nostra bambina che giorno dopo giorno sperimenta il suo personalissimo cammino e...
So di non possederla.
So che non è mia proprietà.
So che le sue scelte non saranno le mie scelte.
So che, anche se sto facendo del mio meglio, commetterò tantissimi errori.
So di non poterla difendere o di non poterle evitare determinate esperienze.
So che ho una grande responsabilità.
Ma ammetto di provare molto orgoglio quando penso che è nata attraverso me, e attraverso me si nutre, cresce, diventa forte, si sente Amata, acquisisce schemi emozionali e di pensiero.
Grazie Petra Luna, figlia benedetta di Terra e Cielo per avermi scelta come tua radice.
Grazie Gianluca, seme di vita.
Da Mamma a Madre, il viaggio è ancora lungo.
Un passo alla volta.
Auguri Mamme.



Compagne di squadra, mamme

Ripenso a quando, per giocare a pallavolo, vivevamo nello stesso appartamento.
Condividevamo gli allenamenti, i pasti che le mamme ci preparavano con amore per la settimana, le pizzate con le nostre famiglie a fine partita di sabato.
Anche il letto matrimoniale, sebbene ognuno avesse la propria camera.
Mi prestavi i tuoi vestiti, avevi uno stile fantastico.
Giocavamo a Super Mario per staccare tra scuola e pallavolo, facevamo delle gran pennichelle pomeridiane, studiavamo la notte dopo la palestra.
Tantissimi momenti trascorsi in simbiosi, come due sorelle.
Per tutti Fonzy e Momi, tu al centro, io in banda.
Due matte: ci siamo proprio divertite!
Oggi ti ritrovo così: sempre sorridente, leggera, bella, con la battuta pronta, la gioia nel cuore, un innato ottimismo.
E... mamma.
Con questa creatura magnifica di nome Adelaide tra le braccia, che di te ha già l’espressione furbina e brillante.
Un grandissimo dono averti incontrata stamattina, e aver fatto conoscere le nostre bambine.
Anche se, senz’altro, si conoscevano già. ♥️







Un universo intero

Un giorno la tua mamma ti racconterà cosa significa avere il cuore che arde per una Passione.
Un giorno la tua mamma ti racconterà come in un pallone possa esserci un universo intero.
#OneLove 💎🌙



Ridi, ridi ancora

Stasera il suono delle tue risate ha toccato una mia corda sconosciuta.
Ridevi: bellissima, energica, contagiosa, stupita.
Forte e a lungo come mai prima d’ora.
Ancora e ancora. 
Ci hai fatto divertire ed emozionare.
Più ridevi, più quel suono entrava in profondità scuotendomi tutta.
Una profondità non ancora sperimentata.
Di commozione, gioia, meraviglia.
Mistero.
Tu ridevi, io piangevo.
E ti amavo.
Dio quanto ti amo.
Sei riuscita a fendere il mio cuore.
Hai aperto un varco sottile, una crepa irregolare e diffusa, dalla quale ora, lacrima la Luce.
Quanto Amore siamo in grado di sopportare?
#💎🌙

Ti guardano

Sai perché devi essere il meglio di te come persona e come atleta?
Perché lì fuori c’è qualcuno che ti osserva.
Che da te prende esempio.
Che ti ammira, che magari ti imita, che da grande ti vuole somigliare.
Non sai quando, non sai per quanto.
Ma c’è.
E probabilmente la palla è ancora molto grande tra le sue manine.


Il giorno del test

Un anno fa, il giorno di Pasqua.
Gian e io eravamo a Crespano, nella mia stanza da letto.
Avevamo deciso di fare il test di gravidanza nel giorno della Rinascita.
Sono andata in bagno, ho fatto la pipì in un bicchiere, poi sono uscita con quell’aggeggio tipo penna in mano, chiuso con il cappuccio, appoggiandolo su una superficie piana come da indicazioni.
“Sono passati 3 minuti?”
“Non ancora”
“Ok... adesso sì...”
“Aspettiamo per sicurezza ancora un pochino”
Seduti l’uno accanto all’altro, con le gambe intrecciate, a bordo letto.
In attesa.
“Vado?”
“Vai.”
Guardiamo.
Finestra di controllo, finestra del risultato.
Una linea verticale, un grande “più”. +
Io: “Sono incinta?”
Gian: “Si...” mi sorride.
Entro in uno stato di confusione.
Gian: silenzio, mi fissa con gli occhi che ridono e le sue pieghette sul naso
Io: “Fammi leggere meglio le istruzioni”.
E cerco in valigia il foglio con le istruzioni che avevo già letto e riletto prima del test.
Guardiamo insieme.
Gian con i suoi occhi dolcissimi: “Si...”
Io: “Controllo anche su internet!”
Prendo il telefono, cerco i risultati di Clearblue... confronto le immagini.
“Si.”
Sono incinta.
Tra le lenzuola colorate, in una giornata di sole.
Appena ho realizzato ti ho sentito fisicamente in me.
Dentro.
Un tuffo.
Qualche istante di apnea.
“Oddio..” contengo un miracolo, sono il mezzo di una meraviglia.
Mi stendo sul letto dalla parte dei piedi, Gian di fronte a me, ci asciughiamo le lacrime di gioia l’uno con l’altra.
Il viaggio è iniziato.
Non si torna più indietro.
E tu, Gianluca, sei esattamente la persona giusta che avrei voluto al mio fianco.


Mi inchino a te

Mi inchino a te bambina mia.
Mi inchino a te che mi forgi, mi insegni, mi guidi a trovare un equilibrio per poi infrangerlo dopo nemmeno qualche giorno.
Mi inchino a te e alla stanchezza, alle paure, alle sfide, alle domande che hai portato qui per la nostra evoluzione.
Mi inchino a te che già sai sapientemente amare, rispondere ai sorrisi, ridere rumorosamente, rassicurarmi, farti ascoltare nei tuoi bisogni.
Mi inchino a te che sei Bella, di quella bellezza genuina e sincera che giorno dopo giorno porta alla luce in questa vita qualche dote dalle sue vite passate mescolandole alla sua nuova indole.
Mi inchino a te che mi rendi più organizzata, più coraggiosa, più disponibile, più focalizzata, più fallibile, più vulnerabile, più imperfetta, più imbranata.
Mi inchino a te che quando mi fissi in quel modo mi imbarazzi.
Occhi così non ne avevo mai conosciuti, hanno qualcosa di mistico, di non terreno.
Mi fanno sentire osservata, ammirata, amata, contemplata, presa ad esempio.
Mi inchino a te che hai la pazienza di guardarmi sbagliare e la rassicurante fiducia di aver fatto la scelta giusta.
Mi inchino a te, bambina mia.
E a quel sorriso che quando si apre fa nascere l’arcobaleno.
🌙

Scriviti una lettera

Facciamo questo esercizio ad un corso Ekis davvero speciale, e trovo utile suggerirlo in alcune mie sessioni di coaching per aprire i canali del cuore e dell’immaginazione.
È uno di quei momenti da ritagliarsi con una musica in sottofondo e in totale intimità.
Attrezzati di tempo, di carta, penna e scriviti una #lettera.
Hai capito bene.
Scriviti una lettera.
Con tanto di data, di Cara [tuo nome], di saluti e di firma.
Parla a te, apertamente, senza filtri.
Come faresti con la tua migliore amica, o alla persona che ti ama di più.
Parla ad una te tra 5 anni, descrivi quali sono i tuoi progetti, cosa sogni, cosa ti aspetti da te stessa.
Scrivi per quale motivo ti piaci, perché sei orgogliosa di te.
Metti nero su bianco gli impegni che ti prendi e i comportamenti che sei decisa a perseguire per arrivare dove meriti.
E, soprattutto, in ogni parola amati, confortati, abbracciati, sorriditi.
Il giorno che deciderai di rileggere quella lettera, magari trovata per caso dentro un quaderno mentre stai facendo tutt’altro, avrai un attimo di smarrimento.
-Oh una lettera!
“Cara Giulia”... è per me.
Mmmh... ma è la mia scrittura... c’ è la mia firma.
Ah! Si! Ora ricordo!-
La leggerai voracemente e ti commuoverai, te lo assicuro.
Magari saranno passati degli anni, e sarà meraviglioso scoprire che stai vivendo esattamente la vita che desideravi per te.
Chissà, forse anche meglio di come la immaginavi.
“... La tua storia, a servizio dei più giovani, di chi ha bisogno di energia, di chi vuole una spinta, uno scossone, un abbraccio.
La tua anima a sevizio di chi non sente, o sente poco.
Porta il tuo fuoco... dentro la vita delle altre persone.🔥
Ce la fai! Sei una guerriera.”


Benedetti Nonni

Luce in casa, fiori colorati,
foto dappertutto per ricordare ció che è davvero importante.
Pentole, padelle, forno e profumo di buono sempre in funzione,
Il dolce che ti piace che non manca mai.
Sapone di Marsiglia, lavatrice e asciugatrice che insieme all’accuratezza di chi le dirige riparano qualsiasi malanno in tempi record.
La loro camera da letto a nostra disposizione: “Così siete più comode”.
Ritmi scanditi, tempo da dedicare,
un equilibrio sudato, costruito e guadagnato con orgoglio negli anni.
Ogni cosa al suo posto, ad ogni problema la sua soluzione.
La compagnia degli abitudinari programmi tv,
schemi che si ripetono, convinzioni sedimentate, storie da raccontare.
Scoprire meglio il tuo Uomo attraverso le sfumature e gli incroci dei loro corpi e dei loro caratteri. Immaginartelo bambino, poi ragazzo, poi adulto attraverso l’evoluzione delle sue profonde radici.
4 braccia generose e affidabili su cui poter contare,
I “Riposati... ci penso io... tieni... vai... stai tranquilla... già fatto... è pronto... lì c’è tutto... fai le tue cose...”.
4 mani lavorate dagli anni che donano senza risparmio coccole, baci, risate, passeggiate, canzoncine, attenzione, consigli, tecniche infallibili, tenerezza, rassicurazioni, Amore.
E la sensazione di essere in vacanza.
Tutto questo e molto di più è: casa dei nonni. 🌸

Che figata!

Quei momenti durante la notte in cui ti addormenti sulla mia spalla destra...
cuore a cuore, viso a viso, alla portata di un bacio.
Ti contemplo rapita nella penombra, mescolando ammirazione e meraviglia.
Mi avvicino piano per non rompere l’incantesimo e ti annuso.
Sei buona.
Poi ti bacio, lievemente, la guancia di nuvola.
Tu mi senti, e senza muoverti apri un sorriso e illumini la porzione di volto che posso sbirciare.
Lo faccio e lo rifaccio ancora... e più me lo permetti, più mi sento privilegiata.
Sono la tua mamma, che figata. 🌸
#PetraLuna 💎🌙

I 4 pilastri

Non sono stata la più forte delle pallavoliste o la migliore delle beachers.
E nemmeno la più debole.
Non ho mai posseduto talenti particolari, nè fisici, nè tecnici: ero e sono una ragazza normale, molto determinata e innamorata del mio sport.
In carriera sono arrivata ad essere una buona giocatrice, con le mie vittorie (indimenticabili!) e le mie sconfitte (tante!), passando da un Sogno ad un altro, realizzandone alcuni e fallendone altri.
Ho lottato con grande costanza per divenire la migliore versione di me possibile e questo, a conti fatti, mi ha permesso di ottenere oltre 50 medaglie e una trentina di trofei nelle mie discipline.
Cosa significano per me questi premi?
Sono una prova.
La prova della mia dedizione, la prova della ricompensa ricevuta, che non eguaglia mai il tanto lavoro fatto, ma che lo onora.
Se dovessi scegliere i 4 pilastri che mi hanno guidata e mi hanno permesso di ottenere i miei risultati sportivi mi soffermerei su:
1.Le persone
Ogni singola conquista l’ho ottenuta grazie al #team in cui ero inserita o che mi sono scelta.
Compagne, allenatori, dirigenti, fisioterapisti, preparatori... ognuno di loro mi ha permesso di crescere, di imparare, di confrontarmi.
Nessuno vince da solo.
Mai.
2. L’allenamento
Ho sempre amato lavorare duramente, o meglio, ho imparato a farlo negli anni quando mi sono resa conto che non esistono scorciatoie e che l’unico modo possibile di raggiungere con costanza un determinato livello di gioco è farsi il #culo.
3. La Passione
Appassionati a quello che fai, amalo a dismisura.
Senti il #fuoco di ciò che ti piace ardere di desiderio in te.
Disegnavo palloni ovunque, tutte le volte che avevo una penna in mano.
Era il mio chiodo fisso, l’unica alternativa, il piano A che non prevedeva alcun piano B.
4. L’atteggiamento
L’atteggiamento va scelto, coltivato, nutrito e allenato.
Non si nasce entusiasti, positivi, vincenti, determinati, resilienti: lo si diventa.
L’#atteggiamento si FA! Con azioni, comportamenti, decisioni.
Il desiderio di migliorarmi, conoscere, tendere all'eccellenza è sempre stato un grande motore della mia vita.
Quali sono i tuoi 4 pilastri?
Cosa ti permette o ti ha permesso in passato di raggiungere i tuoi ambiti obiettivi?